COS'E' PENSIERI SENZA TETTO?

COS'E' PENSIERI SENZA TETTO?

Un Blog. Un giornale. Bhe, risposta fin troppo banale, direi! Un'accozzaglia di idee?!? Ci avviciniamo di più, d'altronde chi lo dice che i pensieri e le parole devono avere per forza un ordine?!?

Cos'è Pensieri senza Tetto? Un modo per farci conoscere.

L'opportunità di mettere nero su bianco pensieri, emozioni, problemi, idee, critiche, esperienze di vita, ricordi...insomma tutto quello che passa per la testa...tutto. O quasi.

I pensieri di cui parliamo appartengono a quelli che la gente perbene chiama "senza fissa dimora". A quelli che un tetto, quattro mura da poter chiamare casa non le hanno o non le hanno mai avute. A quelli che vi passano accanto per strada, che si siedono vicino a voi in autobus. A quelli che vi chiedono 20 centesimi all'entrata della stazione o ad un semaforo. A quelli che vedete seduti su una panchina o su un muretto. A quelli che vengono da lontano per cambiare la loro vita e a volte perdono la strada...A quelli che vi sembrano così distanti dalla vostra vita e che invece sono più vicini di quanto non crediate.

E forse, per conoscerli un po' meglio, potreste dare un'occhiata a questi...come li chiamiamo...pensieri senza tetto. Forse.

"Come ci si sente, come ci si sente, nello stare da soli, come un completo sconosciuto, come una pietra che rotola?" (Bob Dylan)

mercoledì 6 ottobre 2010

SARKOZY L'ACROBATA

Che Sarkozy fosse un uomo politico particolarmente controverso è un dato di fatto. Il XXIII Presidente della Repubblica francese, infatti, sin dal giorno della sue elezione, il non lontano 6 Maggio 2007, ha dimostrato un’inedita originalità. Dall’apertura del suo governo alla sconfitta controparte socialista all’inserimento di una quota parte intorno al 50% di ministri di sesso femminile, dall’insediamento di un “consiglio di saggi” con il compito di formulare una proposta di riforma costituzionale alla discussa –ed in seguito ritirata dopo lo sciopero dei mezzi di trasporto che ha paralizzato la Francia per più di 15 giorni nel Novembre 2007- riforma pensionistica dei cosiddetti “regimi speciali”. Ecco perché non deve stupire che, nel pieno del suo terzo anno di presidenza, Sarkozy stia affrontando una spaccatura interna al suo stesso Paese che tende a ricalcare perfettamente il famoso “O lo ami, o lo odi” che coinvolge anche la sua movimentata vita privata. Tuttavia, anche una politica controversa non sembra sottrarsi alla ghigliottina mediatica del “consenso popolare”. Dopo il crollo nelle elezioni regionali, la faida interna con l’ex-primo ministro de Villepin che prepara una scissione, ed una serie di scandali più o meno seri –inclusa una scenata di gelosia sul set di Woody Allen– il Presidente è stato costretto a correre ai ripari. Nel tentativo di salvarsi, barcollante, e continuare la sua traversata da equilibrista nel mondo politico odierno, Sarkozy ha optato per un saggio mix di travestimenti: da un lato lo sceriffo di periferia, degno della stella di metallo e di un revolver carico tra le mani, e dall’altro il dispensatore di buonismi e di demagogia spiccia, nei confronti della quale i politici suoi pari sono costretti ad annuire nascondendo furbescamente un sorriso tra le pieghe dei vestiti, consapevoli della volatilità di tante belle parole. Eccolo dunque ripercorrere le proprie orme, quelle che nel 2005 l’avevano spinto a scagliarsi contro le banlieue parigine e la loro rivolta, inscenando una brutale lotta contro “il criminale”. Nel caso specifico, cadono tra le sue grinfie i campi rom: poliziotti sguinzagliati tra le baracche la mattina presto, tra occhi assonnati e terrore malcelato, ruspe a distruggere i resti di una vita poverissima, rimpatri di massa e la pretesa volontarietà del rientro comperata con 300€ a testa (i bambini invece ne valgono solo 100, forse che la vita umana vale meno a seconda dell’età?). E sempre lui, in una forma di paradosso che sconvolge più che stupire, dopo aver nascosto le mani lorde di vite umane scacciate a forza, a parlare presso la Tre giorni ONU denominata Millennium, avanzando l’azzardata proposta di un “piccolo prelievo sulle transazioni finanziarie”, al solo scopo di sostenere economicamente quegli obiettivi (aiuti al Terzo mondo, il dimezzamento della povertà, della fame e della mortalità entro il 2015) definiti per una volta, dagli stessi analisti economici, “raggiungibili”. Un Sarkozy a due facce, dunque, che tuttavia condividono una sola caratteristica: la popolarità per nulla impegnativa che le accompagna. Un film già visto, infatti, quello sfogo nei confronti dell’ “altro”, del diverso, una valvola verso cui indirizzare l’attenzione di un popolo stanco ed affaticato, in cerca di un capro espiatorio. Ed allo stesso tempo, siamo fin troppo abituati a proposte di legge che scivolano via nell’entusiasmo di un istante, per poi cadere nel dimenticatoio, insieme ai loro buoni propositi. E proprio per quanto riguarda la tassazione delle transazioni finanziarie, a scarso contenuto innovativo in quanto semplice rivisitazione della Tobin Tax, suggerita già nel 1972 –a seguito dello scandalo Watergate- da James Tobin (premio Nobel per l’Economia nel 1981), nascono forti dubbi in merito alla buona fede di Sarkozy: perché, infatti, nel corso dei 6 mesi durante i quali lo stesso Presidente è stato alla guida della Ue nessuna iniziativa analoga è stata avanzata agli organi competenti? Per quale motivo non estrarla dal cilindro in un periodo più adatto, piuttosto che durante un’allarmante crisi di consensi nazionali (non è difficile immaginare l’attuabilità di questa norma, sapendo che è ormai in un ipotetico cassetto di quel che definiamo “mercato globale” da più di 30 anni)? Per quanto riguarda le misure scaccia-rom, un boccone appetitoso da lanciare al popolo francese spaventato quanto molti altri dalle molteplici implicazioni presenti e future dell’ integrazione, il muro-contro-muro con l’Unione Europea –con l’eccezione del nostro Paese- non si è fatto attendere: l’Ue infatti si è vista costretta a ricordare al Presidente qualche semplice dettame comportamentale cui fare sempre riferimento, dal rispetto delle norme europee che sanciscono il diritto incondizionato di circolazione per i cittadini comunitari al rispetto di qualunque minoranza etnica, ivi compresa la comunità rom. Come giudicare dunque un’azione di questo stampo? Come porci di fronte all’Europa che esce lacera da questa nuova contestazione? Non deve stupire noi italiani l’approvazione incondizionata data al Presidente Sarkozy da Berlusconi e dalla Lega, da sempre alimentati chi da sondaggi e pubblicità, chi da una forma incrollabile d’odio per il diverso. Stupisce invece che un politico ancorato ai sani principi della politica stessa –specie in via d’estinzione in Italia ma fiorente tra i nostri cugini d’oltralpe- abbia fatto ricorso a tali bassezze, guadagnando forse qualche punto tra la gente tenuta a bada con la disinformazione, ma anche l’acido disprezzo di chi, forse in modo impopolare e forse da profano dei sondaggi e delle statistiche, qualche domanda sulla giustizia del mondo che stiamo cercando di creare se la sta ponendo davvero.
Davide

2 commenti:

  1. Ciao ragazzi, complimenti per il lavoro che state facendo e per il vostro primo articolo pubblicato, molto intelligente!!!! Vi auguro di continuare sempre così!! In bocca al lupo agli ospiti, operatori e volontari dell'Asilo!

    RispondiElimina
  2. Dai ragazzi, scrivete altro... ps: Sarkozy ha sbagliato il modo di fare, però certo è che l'immigrazione e il diverso stanno creando dei problemi. A padova qual'è la situazione attuale? Ciao, G.

    RispondiElimina