Capita spesso di viaggiare con il pensiero, di vagare fantasiosamente in modi “Altri”, soprattutto se il “qui ed ora” che si sta vivendo non ci appassiona, non ci stimola o ci stimola troppo. Capita a ciascuno di noi. E capita anche ad Adriano che stasera esordisce con un desiderio che sembra già quasi un progetto ben stampato nella sua testa: ”Voglio scrivere un libro”. Non c’è una trama, un inizio ben preciso né tantomeno una fine; almeno per ora. Luoghi e personaggi, quelli sì. sono ben definiti. Il popolo dei senza fissa dimora di Padova la fa da protagonista. Un universo osservato dagli occhi di chi lo vive. Curioso. Articoli di giornale, saggi, servizi in seconda serata ( perché in prima sarebbe troppo), convegni, tavole rotonde. Abbiamo letto e riletto di storie, migrazioni, problematiche e battaglie, più perse che vinte; narrate da chi il mondo della strada lo osserva dal di fuori, forse a volte lo sfiora o spesso non lo hai mai toccato con mano. Curiosa la proposta di Adriano. Di certo un punto di vista alternativo offrirebbe spunti nuovi e interessanti. Asilo Notturno, Cucine Popolari, Sevizi Sociale, italiani, stranieri, donne, uomini; ce n’è un po’ per tutti. Non conosciamo bene Adriano, forse perché in questi mesi si è poco lasciato osservare ma di certo lui… ci ha osservato con attenzione. Sembra quasi di riviverle nel momento stesso in cui le racconta, quelle situazioni che osserva quotidianamente nei contesti di strada e di cui vorrebbe tanto narrare. Ricche di particolari, di sensazioni, di impressioni. Ricche di Adriano insomma. Dall’aneddoto che ci fa sorridere alle ingiustizie di cui ,anche noi che lavoriamo in questo ambiente da anni, facciamo fatica ad accorgerci. Lungi dall’essere oltraggiosi, sembra quasi che Adriano dipinga il mondo delle persone senza dimora come in un capitolo di “Se questo è un uomo”. C’è una incredulità mista ad amarezza nel raccontare situazioni in cui la dignità umana viene messa da parte per un pezzo di pane o per un maglione in più.
E di questo sembra quasi non capacitarsene Adriano.”Ma troveremo qualcosa anche su di te?”,Questa domanda la intrufoliamo spesso ma Adriano è abile a scansarla.”Scrivere degli altri, di quello che accade là fuori non è difficile, scrivere di sé è decisamente più complicato”. Una separazione, qualche malinteso, qualche frase non detta o qualche frase non ascoltata attentamente. Poi un hotel, poi un affittacamere. Poi la strada. Ma abbiamo come l’impressione che nei racconti di Adriano ci siano tante cose non dette, di cui forse è meglio non sapere, o meglio come ci racconta, “Per le quali non ho avuto e non ho il coraggio di chiedere spiegazioni a chi non vuole più vedermi e di me non ne vuole più sapere”. “Ma tua figlia sa che vivi al Torresino?”. “Sì”. Una risposta secca senza aggiunte o strascichi retorici, diversamente da tutta la nostra chiacchierata. Ne ha un po’ per tutti Adriano, tranne che per lui.